Edvige Carboni

Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età hanno confessato la bellezza di seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimonianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono chiamati.

Lettera Apostolica Porta Fidei – Papa Benedetto XVI

Una di questi testimoni è sicuramente Edvige Carboni: la sua vita e i suoi scritti ci mostrano come sia possibile seguire Cristo e i suoi insegnamenti nella vita di ogni giorno, senza disgiungere mai la vita spirituale da quella secolare.

Dotata di una fede incrollabile, si accostava ogni giorno all’Eucarestia, che visitava ogni pomeriggio sin dalla più tenera età. Fu arricchita di doni soprannaturali fino ad essere configurata, nella sua carne, a Gesù Crocifisso, ma non dette mai importanza ai tanti carismi ricevuti: per Edvige era molto più importante esercitare la carità per amore del Signore. Non fu esente da persecuzioni e umiliazioni di ogni genere, ma offrì tutta la sua vita, le sue sofferenze, le incomprensioni e le calunnie a Dio, per la salvezza dei peccatori, per il bene della Chiesa e in suffragio delle anime del Purgatorio.

Biografia

DataStoria
02/05/1880Nasce a Pozzomaggiore (SS) dai piissimi coniugi Giovanni Battista Carboni e Maria Domenica Pinna. Si rivelarono sin da subito segnali delle sue virtù: quando venne alla luce, la mamma vide comparire, al centro della stanza in cui si trovava, come una sfera luminosa, una sorta di ostensorio che illuminava tutto, ed alcuni giorni dopo, notò uno sciame di api bianche svolazzare attorno alla sua culla, senza che queste le arrecassero alcun danno. La bambina, inoltre, nacque con una piccola croce impressa sulla parte alta del petto, la quale rimase ben visibile per tutta la sua vita.
04/05/1880Viene battezzata nella Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire a Pozzomaggiore (SS).
11/06/1884A soli quattro anni, le viene amministrata la Cresima dal Vescovo Diocesano di Alghero Monsignor Eliseo Giordano.
1885 – 1890A cinque anni, su consiglio del suo Angelo Custode, consacrò la sua vita a Dio: fece voto di castità perpetua ed ogni sera, quando accompagnava la mamma in chiesa per la visita al Santissimo Sacramento, provvedeva a rinnovarlo. Smise di giocare: al gioco preferiva di gran lunga la preghiera davanti ad un vecchio quadro della Madonna col Bambino nelle braccia. Quand’era sola si metteva su una grande sedia, stendeva le braccine e diceva:”Mamma bella, io ti voglio bene tanto tanto, dammi il tuo bambino a giocare un poco con me“. La Vergine, animandosi, esaudì parecchie volte questo suo desiderio.Figlia esemplare quale era, trascorse la sua infanzia ad aiutare la mamma nei lavori domestici: si dedicò al lavoro al telaio ed al ricamo.  

Edvige Carboni si ritagliava momenti di preghiera solitaria, nascondendosi nella vecchia ritirata dell’orto o pregando di notte quando tutti dormivano. Umile, generosa ed ubbidiente, frequentò, con profitto, le scuole elementari fino alla quarta.
21/06/1891Fece la Prima Comunione, consegnando a Gesù un cuore puro e ben disposto.
1892 – 1910Durante l’adolescenza maturò il forte desiderio di farsi suora, così da potersi dedicare interamente al Signore. Dovette rinunciarvi ben presto, poiché, con la prematura scomparsa della mamma, il Signore la chiamò ad offrire, si la sua vita, ma al servizio degli altri. Attese come angelo premuroso non solo alla mamma, ma anche alla vecchia nonna la quale, causa un carattere forte e scontroso, non poche volte la umiliò con male parole e tanta ingratitudine. Tutto ciò non le impediva comunque di recarsi in chiesa a seguire la S. Messa, a visitare l’Eucarestia o ad impegnarsi in parrocchia come catechista. S’iscrisse a varie associazioni religiose: le Guardie d’Onore, le Figlie di Maria, il Terz’Ordine Francescano e la Confraternita del Carmelo.
14/07/1911Mentre faceva orazione davanti al Crocifisso regalatole dal parroco don Luigi Carta, le si presentò Gesù e le chiese:”Figlia mia, vuoi soffrire?” Alla sua risposta affermativa, dalle lesioni del Signore uscirono dei raggi che le ferirono le mani, i piedi, la testa ed il costato. Edvige accettò con amore le piaghe che le furono donate, ma tentò sempre di nasconderle con dei mezzi guanti o con i lunghi lembi dello scialle: mai se ne servì per attirare l’attenzione degli altri.
1914 – 1918Per ottenere la cessazione della Prima Guerra Mondiale Edvige Carboni intensificò preghiera e sacrifici, senza dimenticarsi di accogliere e consolare i familiari di quanti partivano al fronte.
1925Offese e calunnie di ogni tipo moltiplicarono le sue sofferenze, infatti, nonostante la profonda e nota stima dei vescovi della sua diocesi d’origine, fu comunque sottoposta ad indagine canonica, dalla quale fu assolta a pieno titolo.
1929All’età di 49 anni, insieme al vecchio padre, lasciò Pozzomaggiore per seguire la sorella Paolina che doveva prendere servizio come maestra elementare nel Lazio.
1938 – 1951Dopo aver peregrinato in varie località della medesima regione, si stabilirono definitamente a Roma.Nello stesso anno, fece la sua ultima visita a Pozzomaggiore.  

Edvige ebbe ovunque modo di soccorrere i bisogni altrui, sia con le parole che materialmente: in una Roma dilaniata dalla guerra, più volte si tolse gli indumenti e il pane di bocca per darli ai poveri, lei che pure era bisognosa di tutto.

In questo periodo chiese ed ottenne che le venissero tolte le stimmate alle mani, restarono comunque quelle ai piedi e al costato e le sofferenze da loro derivate. Continuarono anche i fenomeni mistici: estasi e visioni, visite della Madonna e dei Santi, animazioni di sacre immagini, persecuzioni diaboliche, bilocazioni, comunioni misteriose e contatti con le anime del purgatorio che le chiedevano suffragi.

Si offrì vittima per il crollo del comunismo ateo in Russia e per il decadimento morale di cui spesso il Signore si lamentava con lei.
Amò profondamente la Chiesa e il Papa, in difesa del quale avrebbe affrontato anche il martirio.

Nella capitale s’iscrisse all’Arciconfraternita della Passione, alle Cooperatrici delle Opere Salesiane, al Quadrante della Misericordia e frequentò assiduamente la Scala Santa dove conobbe il suo ultimo confessore, il passionista p. Ignazio Parmeggiani.

Altri sacerdoti che la stimarono furono padre Giovanni Battista Manzella, padre Felice Cappello, Mons. Ernesto Maria Piovella, San Luigi Orione e San Pio da Pietrelcina.
17/02/1952Dopo aver tenuto la sua lucerna sempre accesa nell’attesa dell’arrivo del Signore, Edvige Carboni si spense santamente all’età di 71 anni, per un attacco di angina pectoris. Il suo corpo riposa nel cimitero di Albano Laziale (RM).