Ecco il testo dell’inno popolare a Sant’Ignazio da Laconi scritto da padre Mariano Pinna di San Vero Milis e musicato dal compositore chiancianese Bonaventura Somma.
Salve, dei cieli Gloria,
nel sardo suol fiorita;
stella che al mondo addita
le strade del Signor
Volgi ver’ noi serena
Ignazio, la pupilla;
e in tutti una favilla
splenda di tua bontà.Del poverel d’Assisi,
con spirto giubilante,
l’orme veraci e sante
calcarono i tuoi pie’. Volgi…
Fisso all’eterno il guardo,
il cuor, la mente, l’alma
dei trionfator la palma
fu l’alto tuo desir. Volgi…
Come la bell’aurora
dirada il fosco velo,
lieta correndo in cielo
per annunciare il sol. Volgi…
Si del tuo spirto i raggi
schiarir le menti e i cuori,
frutti spargendo e fiori
d’amore e di pietà. Volgi…
Angel da tutti atteso
apportator di pace
sempre di ben ferace
la tua parola fu. Volgi…
Spense nei petti l’ire,
spezzò dei mal gli artigli;
fu scudo nei perigli
di magico poter. Volgi…
Curvo sul tuo bastone
per l’erte strade e il piano,
la tremula tua mano
tutte le porte aprì. Volgi…
Terse degli occhi il pianto,
recò la gioia al mesto;
e con amabil gesto
i bimbi accarezzò. Volgi…
Servo di Cristo, fiero
la croce sua portasti,
né mai ti riposasti
fino all’estremo dì. Volgi…
Or su marmoreo avello
riposa il corpo stanco,
e gli angeli al suo fianco
veglian, chinati a te. Volgi…
Al pellegrin prostato
venuto da lontano,
con quella stanca mano
mostri la via del ciel. Volgi…
Mostri la tua celletta,
il sangue sparso al muro
il letto rozzo e duro,
il crocifisso Re. Volgi…
E nel silenzio sacro
la voce tua risuona:
“Pace, O Signor, Tu dona
a chi confida in Te!”
Volgi ver’ noi serena,
Ignazio, la pupilla;
e in tutti una favilla
splenda di tua bontà.
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